Prof Mauro Gacci Urologo Specialista in Chirurgia Urologica Robotica e Mini Invasiva

Urologo Specialista in Chirurgia Urologica Robotica e Mini Invasiva
L’integrazione tra assistenza, ricerca e formazione – principio fondante del Sistema Sanitario Nazionale – rappresenta la mia identità professionale in Italia e all’estero.
Sono un medico chirurgo, specialista urologo, con più di 25 anni di esperienza. Durante la mia carriera, ho eseguito - come primo operatore – oltre 8000 interventi di chirurgia urologica, concentrandomi soprattutto sull’utilizzo di tecniche robotiche e mini-invasive.
I risultati clinici dei pazienti che ho trattato sono stati oggetto di studi scientifici e confrontati con le più importanti casistiche nel mondo. La mia passione per la ricerca mi ha portato a realizzare oltre 800 pubblicazioni, apprezzate da tutta la comunità scientifica internazionale, e per questo inserite nelle linee guida e nei libri di testo per gli specialisti in formazione di tutti i paesi.
Inoltre, la mia dedizione all'insegnamento ed alla formazione, mi ha permesso di ricoprire ruoli chiave in prestigiose società scientifiche internazionali. Sono quindi diventato il capo del collegio educazionale della Société Internationale d’Urologie (SIU-Academy) e membro delle Linee Guida Europee di urologia (EAU Guidelines).
Mettere il paziente al centro delle cure è il mio obiettivo principale
Lavorare in un centro di eccellenza, coadiuvato da un team di colleghi esperti, rende la nostra assistenza completa e disponibile prima, durante e dopo ogni intervento.Il Policlinico Universitario di Careggi a Firenze è la sede della mia attività di Chirurgo e di Professore.
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Cosa succede dopo la cistectomia per tumore vescicale?
Dopo la cistectomia radicale (rimozione della vescica per tumore o altre cause gravi), ci sono varie opzioni per la derivazione urinaria: condotto ileale (ileal conduit, IC), neovescica ortotopica (Ortotopic Neobladder neobladder, ONB), oppure altri tipi di reservoir. La neovescica ortotopica tipo VIP è uno schema in cui si costruisce una nuova vescica interna mediante segmento intestinale (ileo) posizionato ortotopicamente (cioè collegato all’uretra ed agli ureteri), spesso con tecnica intracorporea se eseguita con robot.
L’uso della neovescica può offrire vantaggi in termini di qualità della vita, ma anche sfide in termini di continenza, tempo operatorio, complicanze rispetto al condotto ileale. Qui sotto le caratteristiche a confronto tra le 2 tecniche chirurgiche.
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Aspetto |
Neovescica Robotica (tipo VIP) |
Condotto Ileale (stomia) |
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Qualità della vita |
Generalmente più alta, soprattutto nei pazienti più giovani e attivi |
Buona, ma può influire sull'immagine corporea |
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Aspetto esteriore |
Nessuna stomia, aspetto esterno naturale |
Presenza di stomia e sacchetto esterno |
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Continenza diurna |
Buona (≈ 70% dei pazienti raggiungono la continenza) |
Non applicabile (urina raccolta nel sacchetto) |
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Continenza notturna |
Più difficile da ottenere (≈ 15% nei primi mesi) |
Non applicabile |
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Tempo chirurgico |
Più lungo |
Più breve |
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Degenza ospedaliera |
Più lunga (≈ 20 giorni in media) |
Più breve (≈ 14 giorni in media) |
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Complicanze |
Simili, ma rischio leggermente maggiore di infezioni urinarie |
Meno infezioni urinarie, ma problemi legati alla stomia |
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Soddisfazione del paziente |
Alta (≈ 90% soddisfatti) |
Buona, ma alcuni pazienti faticano ad accettare la stomia |
In conclusione, per pazienti ben selezionati (buona funzione renale, buona performance fisica), la neovescica ortotopica tipo VIP robotica può offrire migliore qualità della vita, soprattutto in termini di autonomia, funzione emotiva, immagine corporea, funzionamento cognitivo, rispetto al condotto ileale.
Tuttavia, ci possono essere alcuni svantaggi, legati a questa tecnica: tempi chirurgici più lunghi, degenza ospedaliera maggiore, rischio di complicanze specifiche (infezioni, necessità di auto-cateterismo in alcuni casi, continenza notturna più difficile da ottenere).
La scelta dipende molto dal paziente: età, motivazioni, condizioni generali, desiderio di evitare stomia esterna, disponibilità di chirurghi esperti in tecniche robotiche. Solamente un accurato confronto tra medico e paziente può garantire la scelta migliore.
All’università di Firenze uno studio sulle Treg nel tumore al rene anticipa il Nobel per la Medicina 2025
Il Premio Nobel per la Fisiologia o la Medicina 2025 è stato assegnato a Mary E. Brunkow, Fred Ramsdell e Shimon Sakaguchi per le loro scoperte rivoluzionarie sui meccanismi della tolleranza immunitaria periferica. I tre scienziati sono stati premiati per aver identificato un gruppo speciale di cellule immunitarie: le cellule T regolatorie (Tregs). Queste agiscono come "guardiani" del sistema immunitario, impedendo che le nostre difese attacchino per errore i tessuti del corpo, evitando così malattie autoimmuni.
Le cellule Tregs svolgono però un ruolo complesso anche nella patogenesi e progressione del cancro. Uno studio condotto presso l’Università degli studi di Firenze dai Proff. Francesco Liotta e Mauro Gacci ha analizzato la presenza di queste cellule in pazienti con tumore al rene. Gli Autori hanno scoperto che i tumori contenevano una quantità maggiore di Tregs rispetto al sangue periferico. Queste cellule erano in grado di sopprimere la risposta immunitaria, permettendo così al tumore di "nascondersi" dalle difese dell'organismo.
Inoltre, livelli più alti di Tregs sono stati associati a forme di cancro più avanzate e a una prognosi peggiore. Queste scoperte indicano che le Tregs non solo proteggono il corpo da sé stesso, ma possono anche essere sfruttate dai tumori per crescere indisturbati. Per questo motivo, le Tregs rappresentano oggi un possibile bersaglio per nuovi trattamenti contro il cancro.
REFERENCE: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/20735382/
C’è ancora spazio per la TURP e la prostatectomia semplice nel 2025?
Nonostante i progressi della medicina e l’emergere di nuove tecniche per trattare l’ipertrofia prostatica benigna (IPB), nel 2025 la resezione transuretrale della prostata (TURP) e la prostatectomia semplice restano due pilastri fondamentali del trattamento chirurgico, evoluti tanto nella tecnologia quanto nell’approccio. Di questo argomento è stato chiamato a parlare il Prof. Mauro Gacci, in un corso della ESU (European Scholl of Urology).
La TURP: da intervento “classico” a tecnica moderna e versatile
La TURP, introdotta negli anni ‘30, è stata per decenni considerata il “gold standard” per la gestione dell’IPB di volume medio (tra i 30 e gli 80 ml). Oggi, nel 2025, questa procedura è tutt’altro che superata: si è trasformata profondamente sia nelle tecnologie utilizzate che nelle tecniche applicate.
Tecnologia: dall’elettrobisturi monopolare al bipolare:
Negli ultimi vent’anni, la TURP ha beneficiato del passaggio dalla tecnologia monopolare a quella bipolare, che ha aumentato la sicurezza e ampliato le indicazioni. Il sistema bipolare consente di operare in soluzione salina (e non più in glicina), riducendo drasticamente il rischio di sindrome da assorbimento di liquidi (TUR syndrome), oggi quasi scomparsa (<1%). Inoltre, la ridotta dispersione termica ha diminuito le complicanze urologiche post-operatorie, come le stenosi uretrali.
Tecnica: dalla resezione alla vaporesezione e all’enucleazione
Anche le tecniche si sono affinate. Alla classica resezione si sono affiancate:
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La vaporesezione bipolare (bipolar vapour-resection), che unisce taglio e coagulazione con minore trauma tissutale.
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L’enucleazione bipolare transuretrale (BipoLEP), che simula l'enucleazione laser ma con strumenti bipolari, permettendo di trattare anche prostate di volume maggiore (>80-100 ml) con tassi di ritrattamento inferiori al 5% a 5 anni.
Grazie a queste innovazioni, la TURP è oggi più sicura, efficace e accessibile rispetto a molte tecniche laser, soprattutto in centri dove l’esperienza con i laser non è consolidata o i costi sono limitanti.
La prostatectomia semplice: dal bisturi al robot
Per le prostate molto voluminose (>150-200 mL), la TURP può risultare inefficace o tecnicamente difficile. Qui entra in gioco la prostatectomia semplice, che, anche se meno frequente, non è affatto obsoleta: si è evoluta radicalmente sul piano dell’invasività e della precisione.
Da open a mini-invasiva
La prostatectomia semplice open, una volta standard, comportava un’incisione addominale e un recupero post-operatorio lungo. Oggi, sempre più centri adottano approcci mini-invasivi:
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Laparoscopico: meno dolore, minore perdita ematica e degenza ridotta.
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Robotico: consente una precisione elevatissima nell'enucleazione dell’adenoma prostatico con una riduzione significativa delle complicanze emorragiche (trasfusioni <5%) e un ritorno precoce alla continenza urinaria.
Uno studio multicentrico europeo del 2023 ha mostrato che la prostatectomia semplice robotica ha ridotto i tempi di degenza media da 6-7 giorni (open) a 3-4 giorni, con una riduzione del tasso di complicanze maggiori dal 12% al 4%. Per questa ragione questa tecnica è stata inserita nelle linee guida europee (EAU Guidelines)
Perché queste tecniche hanno ancora un ruolo?
Nonostante la diffusione di tecniche laser come HoLEP, GreenLight o Rezum, non tutti i pazienti sono candidati ideali. In particolare:
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La TURP bipolare è ancora preferita per prostate di volume medio, soprattutto in ospedali con esperienza consolidata e dove la disponibilità di tecnologie laser è limitata.
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La prostatectomia semplice (specie robotica) resta insostituibile in presenza di adenomi molto voluminosi (>150-200 mL) o di complicanze concomitanti (calcoli vescicali, diverticoli).
Inoltre, i risultati funzionali continuano a essere eccellenti: oltre l’85-90% dei pazienti operati con TURP o prostatectomia semplice riferisce un miglioramento significativo dei sintomi urinari e della qualità della vita, con durabilità dell’effetto oltre i 10 anni.
Conclusioni
Nel 2025, TURP e prostatectomia semplice non sono tecniche del passato, ma interventi chirurgici moderni, adattati ai tempi. La loro evoluzione tecnologica e tecnica le rende ancora oggi opzioni sicure, efficaci e centrali nel trattamento dell’IPB, soprattutto se selezionate con criterio.
L’obiettivo non è sostituirle, ma integrarle in un’offerta terapeutica personalizzata, dove ogni paziente riceve il trattamento più adatto alla propria condizione clinica e alle risorse disponibili.
Reference: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23722819/



